Frate Cipolla
La mattina, ai certaldesi riuniti in chiesa, promette di far vedere, nel pomeriggio, la straordinaria reliquia della penna dell’"Agnolo Gabriello", da lui persa durante "l’annunciazione" a Maria in Nazaret, naturalmente in cambio di laute elemosine.
Due giovani amici decidono di giocargli uno scherzo: rubargli la penna. Quest’ultima è custodita dal servo del frate, Guccio Balena (o Guccio Porco, o Imbratta), mal messo nell’igiene personale, negli abiti sudici e rattoppati, vanitoso e convinto quanto improbabile tombeur de femmes. Fra’ Cipolla così lo descrive: "Egli è tardo, sugliardo e bugiardo; negligente, disubidente e maldicente; trascutato, smemorato e scostumato … ".
Mentre Guccio Porco è intento a corteggiare vanamente la Nuta, servetta "grassa e grossa … con un paio di poppe che parean due ceston de letame ", i due amici burloni sostituiscono la penna (di pappagallo, ma ancora sconosciuta agli abitanti della campagna) con dei carboni.
XI / XX

