Teatro:
Chichibio cuoco
Decameron: sesta giornata, quarta novella
Currado Gianfigliazzi ‘notabile cittadino’ e cavaliere, una mattina uccide una grossa gru che affida al proprio cuoco veneziano Chichibio perché gliela cucini per la cena. Il profumo che esala dalla cucina attira una ‘femminetta’, Brunetta, della quale Chichibio è fortemente innamorato, la quale pretende una delle cosce della gru. Al rifiuto del cuoco Brunetta risponde: "…se tu non la mi dai, tu non avrai mai da me cosa che ti piaccia". Chichibio cede.
La sera, a cena, Currado, davanti agli ospiti, chiede dove sia finita l’altra coscia della gru, al che il cuoco risponde che le gru hanno una gamba sola.
Per non questionare Currado si limita a invitare il suo cuoco l’indomani mattina, di buon’ora, a verificare dal vivo il numero delle gambe delle gru, promettendogli però di conciarlo per le feste nel caso abbia torto.
Recatisi lungo il fiume e viste delle gru dormienti su una gamba, Chichibio canta vittoria, ma a un grido del suo padrone, levatesi le gru in volo, esse ne mostrano due. Chichibio è terrorizzato ma la sorte gli mette in bocca la risposta vincente: "Messere, ma voi non gridaste 'ho, ho!' a quella di iersera, ché se così gridato aveste … ella avrebbe l’altra coscia e l’altro piè fuor mandata …".
La pronta e piacevole risposta piace a Currado che perdona Chichibio.
III / XX